Alessandra Gaeta

BIOGRAFIA


“Il movimento per me è una prosecuzione interrotta della propria natura tenendo conto dei ritmi istintivi e personali trascrivendoli senza mai ibernarli generando immagini necessarie per l’iride e per la coscienza. Con pochissima punteggiatura.”

Sono nata a Bari il 16 gennaio del 1986. Mi sono diplomata nel 2011 presso la Scuola D’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano come DANZATORE, in seguito in Pedagogia del Movimento presso l’associazione Choronde di Roma nel 2016 con Susanna Odevaine. Ho vinto una borsa di studio presso l’ADF American Dance festival a Durham(NC)USA nel 2012. Nel maggio del 2016 sono stata selezionata per il progetto VOLCANO–Coreografia e complessità progetto inserito nell’azione di Anticorpi XL-Network Giovane Danza d’Autore. Ho danzato in ‘Mycelial Sketches’ di Kate Jewett (SWDA)Festival Fabbrica Europa(2010),Reform Club(Arsenale della danza 2011)di Michele Di Stefano, in ‘The Narrowing’(2013) a Durham NC (USA) nella compagnia Archipelago Theater diretta da Ellen Hemphill, in ‘Studio sulla purezza’ di Angelo Petracca all’interno del DAB Danza a Bari(2017) e vetrina Anticorpi XL festival Ammutinamenti (2017) e in Prospettiva Nevskij (2018). Ho collaborato e collaboro con compagnie e realtà pugliesi in vesti di interprete/performer come: compagnia Sonenalè, Nuovi Scalzi, MOH! Urban jam Orchestra. La mia seconda creazione come autrice è ‘Dita di Miele’ con la quale ha partecipato all’edizione 2016 di “Nuove Traiettorie XL-percorsi di formazione per giovani autori dell'Associazione Cantieri” ed inserito nelle seguenti rassegne: ‘A maglie larghe’(2016) ‘Azioni in danza’(2017) Contagi festival(2017), festival ‘Troia Teatro’ 2017, ‘Open Dance’ Teatro Koreja (Le), Rassegna di Musica e Performance ‘Zone Umide’ (2018), ‘BiG film festival’(2018). Ho partecipato alla 10° edizione del festival Visioni di (P)arte con ‘Processing Duo’ del Collettivo Factor Hill di cui sono fondatrice e direttrice artistica dal 2014. Il collettivo è stato vincitore dell’avviso pubblico regionale pugliese ‘Laboratori urbani Mettici le mani’ con il progetto Uperform. Sono direttrice artistica della rassegna di Performing Arts ‘A maglie larghe’ e responsabile della sezione danza presso il laboratorio urbano Rigenera di Palo del Colle(BA). Lavoro dal 2008 con la Cooperativa Sociale ‘I bambini di truffaut’ per portare l’espressione corporea nelle scuole pubbliche e nelle carceri, esperienze importante è il Progetto ‘L’Edificio della Memoria’ coordinato da Giancarlo Visitilli. Sono stata selezionata per due progetti europei: LandXcape promosso da BJCEM e TECproject coordinato da INCA Catalunya ancora in corso. Attualmente mi sto dedicando al mio ultimo progetto YELLOW LIMBO sostenuto dal Teatro Comunale di Ruvo e dalla Compagnia La Luna nel Letto nella programmazione del DAB-Danza a BARI e nella stagione STRADE MAESTRE del Teatro Koreja e sta per prendere forma il progetto ‘WHAT IF...I’m a beard/beer woman?’.

OPERE


YELLOW LIMBO

Api. In geometriche direzioni, vibrazioni, passaggi di stadio, dalla costruzione alla perdizione, al desiderio mai esplorato fino in fondo. Api così contigue agli esseri umani, perché comune è il volo controvento.

Yellow Limbo (letteralmente sull’orlo) è uno spazio speciale riservato all’assaggio, alla voglia di gustare il movimento in maniera parziale. Una nota di giallo da passarsi come una palla.

Una piccola celebrazione della naturale linea di indagine tra corpo-vibrazione-suono-magnetismo-visione. Quale il fine? La sospensione, la più aerea possibile.

DITA DI MIELE

La donna protagonista di questa performance è duplice. Il riferimento è al tempo lungo della notte dei morti, quello della tradizione pugliese, ogni anno, il 2 novembre si imbandiva la tavola per i defunti con i cibi che la terra offriva per permettere alle anime trapassate di goderne di nuovo. E’ su questa linea liquida tra mondo dei vivi e mondo dei morti che si tiene in equilibrio la donna duplice. Il miele, in particolare, lega primo e secondo quadro, collante di tutta la vicenda danzante. E’ l’elemento guida del percorso, un viaggio  che riporta a galla i ricordi: con uno spogliarello sulle note di Giuni Russo s’ insabbia immobile il desiderio di andare ad Alghero, lei non ci andò mai. Quel miele, allora, sa di mare e arriva come soffio di vento, di memoria vetusta. Alcune posizioni e transizioni vedono il corpo immerso in più livelli: desideroso di emergere dalla malinconia del rimpianto e di essere in quelle Bahamas della Sardegna ancheggiando come una suicide girl hawaiana. Le calze del primo incontro, quelle fucsia spento, il costume da bagno ancora nuovo, la candela di nonna Concetta il vento che la spegne e il dissolversi nel tempo.