A tu per tu con… Anna Franca Coviello

di Alessandra Savino

Dai dipinti ad olio all’illustrazione, Anna Franca Coviello, dopo anni trascorsi ad esporre i suoi quadri nelle più belle piazze di Puglia, ha aperto la sua bottega d’arte a Palo del Colle, piccolo paese della provincia di Bari. Fra tradizione e innovazione tecnologica, il suo affascinante percorso all’insegna dell’illustrazione riflette sugli sbocchi che essa potrebbe avere in settori come quelli della moda e dell’editoria. Un’artista, dunque, pronta ad aprire finestre su nuovi mondi con carta ed acquerelli, o penna e iPad, alla mano.

Quando hai iniziato a disegnare?

Da quando ero bambina, disegnavo per hobby e poi pian piano ho deciso di farlo diventare un lavoro. Quindi, ho lasciato l’università per dedicarmi a questa attività. Ho cominciato facendo la pittrice ‘bohémien’ nelle piazze, all’età di circa ventuno anni, con una comitiva di pittori. L’ho fatto per circa sei anni girando la Puglia. Ogni venerdì, sabato e domenica andavamo in giro e, prima dell’avvento dell’euro, si vendeva. Eravamo in dieci ed io ero lo più giovane. All’epoca la mia paghetta settimanale la impiegavo per acquistare cavalletti e incorniciare dipinti. Prima dipingevo ad olio realizzando ritratti e poi mi sono data all’illustrazione.

Anna Franca Coviello nel suo periodo ‘bohémien’

Dalla pittura all’illustrazione quindi…

Sì, realizzavo anche dipinti a muro, su vetro, dipingevo su qualunque supporto realizzando soprattutto ritratti. Ora continuo a farlo ma non dipingo più ad olio per evitare di inalare sostanze che a lungo andare fanno male. Ho, quindi, frequentato dei corsi di illustrazione. E’ stato un passaggio avvenuto in maniera graduale perché pian piano ho iniziato a lasciare l’olio, l’acrilico e volevo qualcosa di più pulito, immediato e, soprattutto non volevo più girare per le piazze.

A quel punto è nata la tua bottega: ti ha consentito di essere meno ‘nomade’?

Ho aperto la mia bottega a Palo del Colle dove, oltre a dipingere, organizzavo laboratori di pittura per bambini. Lì negli anni ho realizzato anche esposizioni personali. E’ un luogo che si è evoluto, cambiavo io e cambiava anche la mia bottega. Oggi la utilizzo per accogliere clienti ma lavoro principalmente a casa da quando sono diventata mamma. Comunque l’ho restaurata tre anni fa.

La bottega di Anna Franca Coviello a Palo del Colle

Hai mai partecipato a mostre d’arte come espositrice?

Si ho preso parte a mostre collettive ma non era la mia aspirazione poiché per me l’esposizione migliore era quella nelle piazze dove c’era il contatto diretto con il pubblico. Nelle gallerie d’arte non sei sempre presente e non hai la possibilità di fornire spiegazioni personalmente all’eventuale acquirente delle tue opere.

Oggi rifaresti la pittrice ‘bohémien’ per le piazze?

No perché ritengo sia un’esperienza da fare quando si è molto giovani poiché richiede un grande dispendio energetico. Poi, con l’inizio della crisi si è iniziato a non vendere più molto. Infatti anche gli altri artisti del gruppo hanno lasciato le piazze.

Quali ritieni siano i canali di vendita per le illustrazioni invece?

Sicuramente non le piazze, perché con le illustrazioni c’è da fare soprattutto un lavoro online alla ricerca di case editrici ed editori. Quello che mi piacerebbe fare è realizzare copertine per giornali e libri. Questo è un settore per me ancora da esplorare perché nel frattempo mi sono dedicata alla formazione. Ora sto studiando il digitale e sto capendo come ci si muove nel mondo dell’illustrazione. E’ un lavoro più comodo perché lo faccio in studio, più pulito, mentre dipingere è più faticoso materialmente.

Le tu illustrazioni le troviamo stampate anche su t-shirt…un incontro fra arte e moda?

Mi piace molto realizzare illustrazioni per le t-shirt proprio perché molte persone mi dicono che vorrebbero indossare i miei disegni. In questo modo i miei disegni girano insieme alla gente che indossa le magliette illustrate e questo mi rende davvero entusiasta. Mi piacerebbe diventare anche designer tessile e disegnare i pattern, ovvero le fantasie per la moda. Questo è un campo in cui dovrei però formarmi.

Illustrazione in digitale di Lucio Dalla realizzata da Anna Franca Coviello

La scelta di ritrarre personaggi legati al mondo della musica a cosa è legata?

Io ho iniziato realizzando ritratti perché la ritrattistica mi piace molto per cui mi è venuto spontaneo disegnare i volti dei cantanti. Sono partita proprio da Lucio Dalla perchè mi piaceva così tanto che ho sentito il bisogno di volerlo indossare. Tutto è partito da quando sono entrata in un negozio per acquistare una maglietta e mi sono accorta che riportava una scritta sgrammaticata. Allora ho pensato di iniziare a disegnarmi io le mie t-shirt. Quando sono andata in tipografia a stampare la maglietta, mi hanno chiesto di entrare a fare parte del team dei loro designer. Così ho firmato un contratto di designer per la loro azienda, la Smooda. Di lì ho iniziato a pensare a cosa mi piacerebbe indossare, poi ci sono quei soggetti realizzati su commissione come Vasco Rossi o Ariana Grande. Dopo i volti della musica, ho cominciato a ritrarre anche quelli del Cinema.

Da un punto di vista tecnico, l’illustrazione di cosa necessita? Quali sono i tuoi strumenti di lavoro?

Io utilizzo una tecnica mista adoperando la china, gli acquerelli, pastelli e poi rivedo l’illustrazione in digitale. Oppure mi capita di lavorare direttamente in digitale con iPad e penna. Se disegno su carta l’effetto varia a seconda della tipologia di supporto: se utilizzo una carta porosa o patinata, l’inchiostro reagisce diversamente. Si può realizzare un’illustrazione su qualunque supporto cartaceo di almeno trecento grammi.

Anna Franca Coviello nella sua bottega

Come avviene il passaggio dall’illustrazione cartacea a quella in digitale?

Per quanto riguarda il digitale puro, si prende la tavoletta grafica e ci disegni. Il risultato è un file jpg. Si può disegnare sia con Photoshop attraverso la tavoletta grafica e sul monitor vedi quello che stai realizzando, oppure si utilizza l’iPad che costituisce materialmente la tavoletta su cui si disegna con la penna elettronica. In automatico l’illustrazione che ne vien fuori sarà in digitale. Mentre nel caso, ad esempio, del ritratto di Lucio Dalla, quello l’ho realizzato a mano su carta e, per trasformarlo in digitale, l’ho scansionato. Ottenuto così il file dell’illustrazione ho potuto modificarla tramite Photoshop. Sono due percorsi differenti a seconda che l’illustrazione nasca già in digitale o su carta.

Cosa determina la scelta di una strada piuttosto che l’altra?

Dipende dall’esigenza. Se si ha voglia di essere più creativi, di sporcarsi le dita allora si parte dal disegnare a mano su carta l’illustrazione. In digitale il lavoro è tutto pulito, è completamente diverso. Io alterno, dopo un po’ di lavoro fatto in digitale non ne posso più di vedere lo schermo dell’iPad e ritorno alle origini, a sporcarmi le mani. Sulla carta c’è il piacere di graffiarla, di far sfumare l’inchiostro, utilizzare gli acquerelli, ci sono tante sensazioni. Mentre sul digitale c’è immediatezza ma anche quello è un lavoro piacevole.

Che progetti hai per il futuro?

Mentre penso a nuovi soggetti da ritratte per le t-shirt ho in mente di formarmi per imparare a realizzare i pattern per poi potermi proporre alle aziende tessili. Inoltre, vorrei crearmi un portfolio online con cui presentare e promuovermi.

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