BIOGRAFIA
Il mio nome è de Leo Gioacchino, pseudonimo in arte Nino de Leo, nato a Terlizzi (Ba) nel 971, risiedo in Bari; dopo aver conseguito la maturità artistica presso il Liceo Artistico di Bari, mi iscrivo alla facoltà di Architettura del Politecnico Bari (1990-1998), studi che pur non portando a termine, hanno costituito la forma mentis per le ricerche artistiche. Attualmente conduco la libera professione. Nel 2018 “in bilico fra visione e realtà” , personale presso Pinacoteca “Michele de Napoli”, evento patrocinato dal comune di Terlizzi (Ba) ; 2016 - “il grembo primigenio dell’olio evo”, presentazione logo per dialoghi fluidi, l’olio di puglia alle radici dell’umanità, Ostuni; 2010 - Laboratorio di artigianato e pittura nell’ambito del progetto “O.P.E.N.” – Azione Sinergie; Ruvo di Puglia, progetto comunale gestito dalla Cooperativa Sociale C.L.A.D.; 2008 - Inaugurazione dell’azienda Vinicola Piano Mangieri, con una mostra personale di pittura dal titolo “toccati dal Vino” , Corato; 2007 - Partecipazione, al Concorso Internazionale per giovani artisti emergenti “Profilo D’arte 2007”, con l’opera dal titolo ”l’uomo che annusa l’uomo”, indetto dalla Banca Profilo, Milano; 2006 - “Laboratorio protetto” laboratorio di creatività e falegnameria rivolto ai ragazzi del SIM, presso Sinergie Centro Territoriale, Ruvo di Puglia; 2005 - RICOGNIZIONE tracce percorsi ed universi sommersi – collettiva chiostro delle clarisse, presentazione opera “grattagamba e carezzapolpaccio” - Terlizzi; - HEBDOMAS – DOMINA – collettiva ex sede Proloco Pinacoteca De Napoli – presentazione opera“domina seduta” - Terlizzi; - Presentazione opera “Mut’azione\liber’azione” – mostra estemporanea di installazioni d’arte “spazi percorsi” 7°edizione – tema: “MUT’AZIONI”, organizzata dall’associazione Arci La Locomotiva – Corato. 2004 - “Legno – il futuro della tradizione”, responsabile della progettazione di oggetti e complementi di arredo, realizzati all’interno del progetto “Sinergie” (fondo nazionale di intervento lotta alla droga), gestito dall’associazione C.L.A.D. e dal comune di Ruvo di Puglia; 2003 - Anthropolis - Premio nazionale Artistico Letterario “Bitonto 2000”, 1° premio, con l’opera “Shegge da una Cattedrale” , Bitonto (Bari) - Presentazione opera “l’uomo che annusa” – mostra estemporanea di installazioni d’arte “spazi percorsi” 5° edizione, tema: “se brami vedere ascolta” – organizzata dall’associazione Arci La Locomotiva – villa Azzariti, Corato; 2002 - Mostra personale “Corpi Permeabili” nell’ambito della manifestazione “ Poìetìca ” a cura dell’associazione culturale mne-mò, Chiostro Palazzo di Città, CoraTO - Copertina per il romanzo “M” di Ron Kubati ; Laboratorio di scenografia per la rappresentazione teatrale “Amleto, prego… o quello che ne rimane” , nell’ambito del progetto ”Altra Scuola 3” dell’ass. C.L.A.D. nel reparto di massima sicurezza del super-carcere di Trani; 2001 - estemporanea spazi percorsi 3° edizione “La Terra e il Mare“, villa Azzariti Torre Paone – Corato; organizzata dall’associazione ARCI “La Locomotiva”; 2000 - Presentazione opera: “la città cosmica: la poetica del possibile” - estemporanea spazi percorsi 2° edizione “ Il Viaggio: appunti e ritratti ”, villa Azzariti Torre Paone – Corato; oraganizzata dall’associazione ARCI “La Locomotiva”; 1998 - catalogo “Schegge da una Cattedrale – Le pietre erratiche della collegiata di S. Michele Arcangelo (1235 -1782) ” ed. ED INSIEME, rassegna pittorica sull’antico Duomo, Biblioteca comunale, Terlizzi (Bari); 1990 - XXII ed. “il Pendio”, concorso interregionale per giovani artisti, Corato (Bari), vincitore del 1° premio.
OPERE
“ Amnios ”
L’opera evoca il legame tra l’uomo e il mare, una relazione che si perpetua per secoli. Credenze, proverbi e miti, hanno suggellato la sacralità di questo ancestrale rapporto. Il mare, elemento senza spazio né tempo, liquido amniotico custodito nel ventre materno della terra, linfa generatrice della vita e veicolo di trasmissione di genti, merci ed idee. Nell’opera “Amnios” il mare viene celebrato, per l'appunto, dal volto di un uomo dalle sembianze di un satiro che ha deciso di star bene con poco, semplicemente andando al mare. Il fruscio delle onde è implacabile, chiude gli occhi e “tuffa” il suo volto: eccolo avvolto in una bolla di mare. Il suono e la luce assumono forme inaspettate, la saliva dentro la bocca acquista un sapore energizzante. L’acqua trasforma i solchi di tristezza del suo volto in solchi di allegria... ride, ride, ride! Il volto si gonfia, respira, ulula... per sentire la profondità del mare; nuota e sente più che mai il proprio corpo e l’ambiente circostante modificarsi. Una metamorfosi che non giunge mai a compimento. Probabilmente accade ad ogni corpo in cerca di pienezza e compiutezza nel perenne mutamento.
Variazioni Pinocchiesche
“ Animale da fuga ”
Le fiabe, scriveva Calvino, sono “vere”, perché nelle loro trame è possibile riconoscere una specie di catalogo esaustivo dei destini umani. Pinocchio è la metafora del processo di umanizzazione, affatto un processo scontato. Poiché la sua natura vegetale lo rende sotto diversi aspetti incompatibile con chi umano lo è davvero, almeno nel suo aspetto, non gli resta, per dimostrare la sua umanità, che affidarsi alla sola decisione consapevole di volerlo essere. Da qui nasce l’idea di raccontare Pinocchio attraverso nove repertori dialettici, tra il personaggio reale di legno e la sua coscienza e aspirazione a essere in carne ed ossa. La struttura su cui si districa Pinocchio è un libro quadrato di sole due pagine di legno. Il fronte vista rappresenta il suo volto identificato dal solo naso, che nei suoi diversi orientamenti suggerisce altrettante espressioni e movimenti dello stesso. Il naso identifica Pinocchio, un magnete attrae a sé tutte le fantasticherie che il naso rappresenta: naso-sensore della vita, naso che si impiccia e scombina, naso-pene che identifica l’intero corpo, naso di “Gogol” per cui è difficile rinunciare a una vita autonoma. Il quadrato, figura genesi, simboleggia il pinolo (seme del pino), scomponibile in sette parti dette “tan” (da Tangram) o “le sette pietre della saggezza” che, opportunamente combinate, generano Pinocchio, un talentuoso burattino dalle doti istrioniche, creativo, ribelle, continuamente e incessantemente in preda al demone della trasformazione. Il burattino, attraverso il soffio vitale, come sottile principio di vita, genera il suo doppio in carne ed ossa; insieme mettono in scena un gioco di scambio e confronto delle proprie abilità, fatto di sortilegi e colpi bassi, che pone in luce le ambiguità e le contraddizioni tra le due nature della stessa identità, a dimostrazione che non sempre la natura delle cose si rivela in come appare. Pinocchio può essere a tutti gli effetti uno dei tanti personaggi che abitano il mondo di Tim Burton, gravitante intorno al concetto di “diversità”, che però vive la condizione di “outsider” con un senso di compiacimento e non di solitudine, in quanto vede nella diversità una opportunità e una ricchezza. Dice Calvino: “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”. Difficile catturare Pinocchio, imprigionarlo in un ruolo o sottoporlo a un progetto: è un “animale da fuga”.