BIOGRAFIA
Nato a Bari il 22 marzo 1973, Giuseppe Savino, dopo gli studi giovanili, Ë stato subito attratto dalla fotografia, affiancando il padre MimÏ nell'attivit‡ di fotografo professionista. Infatti, sin da subito scatta in lui l'interesse per il bello, che appunto coltiva e matura seguendo proprio il padre, il quale gli farà venir voglia di guardare la realtà attraverso l'obiettivo. L'incontro con Ruggiero Di Benedetto, presidente del FIOF, gli permetterà di iscriversi a tale associazione di categoria, la quale gli consentirà di iniziare a girare il mondo. Ha fatto numerosi viaggi nel mondo con lo scopo di raccontare storie quotidiane di persone lontane dalla loro terra attraverso le immagini. Grazie a questi progetti ha partecipato e ottenuto nella sezione Reportage la qualifica Qip oltre a numerosi premi e menzioni díonore. La sua fotografia E' in continua evoluzione. Attualmente ricopre la carica di Presidente della regione Puglia Fiof (Fondo Internazionale per la Fotografia Video e Comunicazione).
OPERE
Sri Lanka, isola di pietre preziose e rovine buddiste, abbraccia un terri- torio eterogeneo in cui prevale la semplicità e umanità della popolazio- ne. L’obiettivo del fotografo punta su volti contratti e increspati dal tempo alternati dall’espressività di intensi sguardi e dalla tranquillità di assorti rituali, ritratti in attimi di una primordiale intimità. Innocente devozione, incontaminata natura, arduo lavoro sono tutti essenziali ingredienti che rendono potente e universale lo scatto di Giuseppe Savino.
EGATROPER, o reportage al contrario. Un usso di immagini e scorci visivi realiz- zati con l’immediatezza e la freschezza di uno sguardo puro, libero da ogni pre- meditazione. Quesa è l’idea, o meglio la predisposizione con cui Giuseppe Savino ha realizzato il proprio resoconto per immagini nella terra di Ceylon, lo Sri Lanka. La progettualità, la mediazione, l’assoluta de nizione sono tanto importanti in fotogra a al pari del loro esatto contrario.
L’istantaneità del mezzo fotogra co, insieme a quello che Vaccari de niva come Inconscio fotogra co, ossia la sostanziale ed inalterabile codi cazione meccani- co- sica adoperata dall’apparecchio nel processo di realizzazione dell’immagine, fanno della fotogra a l’ideale terreno di scontro tra organizzazione ed improvvi- sazione, tra programma ed istinto, confondendo gli ordini di paragone a favore di una più ampia sostanza che li assorbe e li include contemporaneamente. Giuseppe apre gli occhi, alza l’apparecchio e ssa la propria istintiva visione del mondo che improvvisamente si manifesta.
Le sue immagini sono appunti di viaggio, righe di testo collezionate con la fretta onnivora e la percezione immediata del viaggiatore alla scoperta della scoperta stessa.